San Giorgio Martire onlus

L’antica diocesi di Limosano e la media valle del Biferno nella ricostruzione storica del Bozza

di Cinzia Tamburrello

Limosano

Si è svolta il 23 ottobre 2018, presso la sala consiliare del comune di Campobasso la presentazione del libro “Processus super archiepiscopatu Beneventano”a cura del prof. Francesco Bozza. A curarne la presentazione il prof. Gianfranco De Benedittis archeologo molisano, noto per i suoi studi di storia ed archeologia pubblicati nella rivista  “Samnitium”,  edita anche in rete nel sito www.samnitium.com. La storia come recupero dell’identità e la religione come chiave di lettura del Molise, sono i temi di apertura della presentazione, con riferimento al dipinto di Scarano che ritraendo una Via Crucis, è  particolarmente rappresentativo dello spirito e dell’anima molisana. “La storia non è una favola” continua nel suo accattivante discorso il De Benedittis, “ma abbiamo bisogno di dati per guardare al futuro”, lasciando intravvedere possibilità di sviluppo anche economico per il Molise a partire dalla cultura. Entrando in medias res il De Benedittis accenna alla trascrizione del Bozza degli atti di un processo per il riconoscimento del titolo di diocesi a Limosano, in una fase storica in cui anche Ferentino avanza la stessa richiesta. Questo dunque l’antefatto del processo che nel testo, attraverso la trascrizione dal beneventano in latino e in italiano, riporta le deposizioni dei testimoni; persone che nella loro semplicità offrono la verità immediata dei fatti. Da questo punto di vista il libro del Bozza restituisce alla storiografia uno spaccato della situazione geo-storica, viaria, economica, sociale e culturale oltre che religiosa della media valle del Biferno nell’alto medio evo.

Così in termini di territorialità si ha la documentazione dei paesi facenti parte della diocesi di Limosano, come Sant’Angelo Limosano, San Biase, Petrella ecc, in termini di compagine sociale si individuano, attraverso le professionalità dei testimoni, le arti e i mestieri più diffusi; medici, avvocati, artigiani, giudici. Altro dato interessante è la realtà viaria che si snodava in un’ impressionante triangolazione viaria articolata con taverne, luoghi d’incontro ecc. Soprattutto trova conferma il ruolo esercitato dal tratturo Celano Foggia asse che unificava la diocesi e la rendeva meta e luogo di pellegrinaggio. Altro interessante dato è l’aspetto “politico” secondo il quale a Limosano da circa 30 anni ci si riuniva in chiesa per parlare e dirimere la questione “diocesi”, mentre a Ferentino  le consultazioni duravano  da 7 anni.

Nel suo intervento il prof. Bozza  oltre a ricostruire la cronistoria del suo volume dalla citazione del Kher alla sua ricerca su documenti dell’archivio vaticano, cita le simpatiche ed amicali controversie con De Benedittis sul toponimo Casca Pera e Castra Petra, più comodo, quest’ultimo alla ricostruzione storica di Petrella , ma smentito dalla pervicacia del Bozza che ha dimostrato negli anni, l’esistenza del sito ormai estinto denominato Casca Pera. Altro aspetto ampiamente documentato è la presenza di pratiche liturgiche grecaniche le cui tracce sono ben visibili nei paramenti, nella liturgia, nei modi di raffigurare “more greco” e documentabili fino al 1724 all’epoca del cardinale Orsini.

Il vescovo mons. Giancarlo Bregantini ribadisce il ruolo strategico della diocesi nata da un bisogno di prossimità rispetto alla diocesi di Benevento , con esigenze di controllo sulla vallata in un paesaggio bellissimo connotato da pietre che riflettono i colori del sole nelle varie ore del giorno. Il vescovo si sofferma a decantare al di là dei tratti paesaggistici, anche la bellezza dei monumenti come la chiesa di Santa Maria che custodisce perfino un sepolcreto dei vescovi, la chiesa di S. Francesco e di Santo Stefano. Infine in maniera ancora più poetica, il vescovo ripercorre il cammino di Celestino V che da S. Angelo a Limosano a Faifoli ha incontrato gli eremi e si è formato all’ombra di questa spiritualità.

Dalle parole del vescovo la necessità di fare  storia in maniera approfondita e documentata per riscoprire l’identità e l’appartenenza al territorio, ma di curare anche il recupero dei manufatti e l’accessibilità dei luoghi , come ci si sta impegnando a fare per Limosano eretta nel 2018 dal Santo Padre a diocesi titolare, ma non ancora restituita alla fruibilità e all’antica bellezza.

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