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Il Labirinto di Petrella Tifernina

di Mario Ziccardi Il labirinto è un simbolo molto antico e universale lo ritroviamo tra le incisioni egizie, a quelle peruviane, da Cnosso alla Valcamonica, da Chartres a Lucca per citarne alcuni. Gli innumerevoli significati sono attribuiti all’ambiente e all’epoca in cui sono stati realizzati, se i periodi storici sono diversi, come abbiamo visto, i contesti sono spesso sacri o legati al simbolismo di un passaggio rituale come il più antico labirinto presente sul territorio italiano legato alla cultura dei Camuni, un popolo vissuto inVal Camonica (BS) nel IX secolo a.C. Il simbolo è generalmente legato al mito del Minotauro, infatti il più antico labirinto è stato rinvenuto a Pylos in un palazzo di origine micenea nel sud della Grecia; è famoso il graffito pompeiano della domus di Lucrezio dove si fa riferimento al mito legato a Teseo (fig. 1). La rigenerazione del significato nei secoli potrebbe essere il filo di Arianna che potrebbe far percepire l’importanza di questa figura; il Medioevo amava la simbologia e il labirinto venne presto adottato e cristianizzato. Il simbolo in ambienti sacri era fondamentale per la conoscenza da parte degli illetterati dei fondamenti della dottrina cristiana attraverso questi “libri di pietra”. In questo campionario di simboli medievali il labirinto unicursale ha un significato metafisico e trascendentale rappresentando la vita del cristiano che, seguendo l’unica Via giungeva alla salvezza e alla resurrezione: a una nuova vita.All’interno di edifici religiosi possiamo avere diversi tipi di rappresentazione del labirinto che differiscono per posizione, dimensioni, tecnica di realizzazione.Quelli pavimentali nelle grandi cattedrali francesi sono di dimensioni tali che venivano usati con preghiere e canti ma la deriva pagana, anche con riti legati alla superstizione, ne causò l’abbandono da parte dell’autorità ecclesiastica bandendone l’uso; In Italia esistono decorazioni labirintiche pavimentali ma sono di dimensioni più ridotte. Esistono decorazioni labirintiche realizzate in verticale su conci di pietra: scolpiti, incisi o dipinti. Conosciuti sono quello scolpito a Lucca o quello dipinto ad Alatri (Figg. 2-3). Petrella Tifernina è un centro abitato della provincia di Campobasso, dista dal capoluogo di regione circa 20 chilometri in direzione nord; il paese è situato nella media valle del fiume Biferno a destra del corso d’acqua a circa 650 metri sul livello del mare. Il territorio di Petrella è attraversato da una fitta retedi percorsi viari che hanno reso questo centro uno snodo di un certa importanza, inoltre, non è lontanodai percorsi tratturali principali quali il Lucera – Castel di Sangro e il Celano – Foggia. Non è escluso che illuogo di culto poteva essere una tappa importante di un percorso sacro verso San Michele Arcangelo sul Gargano o verso Gerusalemme.Il monumento principale di Petrella Tifernina è la chiesa di San Giorgio: l’edificio attuale è stato realizzatotra la fine del XII secolo e gli inizi del XIII secolo probabilmente su precedenti preesistenze di inizio XI sec.ed è un pregevole esempio di architettura romanica che trova nella fabbrica particolari e inedite caratteristiche che contraddistinguono la sua unicità in un contesto rurale come storicamente appariva quello molisano.L’edificio cultuale ha pianta parallelepipeda con tre navate absidate (fig. 4), il presbiterio è rialzato, lasagrestia voltata a crociera, accessibile dall’abside della navata di sinistra, è visibilmente un corpoaggiunto e successivo alla costruzione della chiesa. Le particolarità all’interno della chiesa sonomolteplici: la forma della planimetria con le arcate delle navate laterali sfalsate; i capitelli, ognunodiverso dall’altro, sono scolpiti con figure e temi riconducibili sia al repertorio cristiano che quellomitologico e pagano la cui presenza in un contesto sacro ne rendono la simbologia e la tramaoscure e di difficile interpretazione. Tra queste la Melusina o sirena bicaudata simbolo pagano difertilità e la presenza di figure umane maschili con una cintura con un disco sulla schiena e il visorivolto verso essa. Tra i tanti simboli riconoscibili all’interno dell’edificio sacro, il labirinto è quello che è passato piùinosservato: è inciso sulla prima colonna a sinistra ad una quota di circa un metro e mezzo dalpavimento, ha dimensioni di circa quarantaquattro centimetri di larghezza e trentacinquecentimetri di altezza. Il labirinto in oggetto è del tipo “caerdroia”, unicursale a mano sinistra; ha undici corridoi nellaparte superiore dal centro. La particolarità più interessante è la parte inferiore rettilinea caratteristica propria di questa tipologia di labirinto (figg. 5-6). La datazione precisa è impossibile sui graffiti: un terminus post quem è sicuramente la costruzione dellachiesa e le modifiche barocche. Se prendiamo per sicura la realizzazione dopo l’edificazione della chiesa, molto probabilmente il graffito fu realizzato se non con l’accordo almeno con una certal’accondiscendenza da parte dell’autorità ecclesiastica coeva, l’impianto è coerente con il bloccolitico su cui è stata realizzata ponendo in essere un progetto studiato e voluto non è, in sintesi,un disegno incerto e frettoloso.La posizione, inoltre, è accessibile e visibile a chi entra dall’ingresso principale verso la navata disinistra ed è inverosimile che qualcuno, di nascosto, abbia realizzato indisturbato il graffito.

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I magi come i pellegrini medievali sulla scia di una “stella di luce”

di Cinzia Tamburrello Il fiore della vita scolpito in uno dei capitelli a destra (entrando) della chiesa S. Giorgio Martire a Petrella Tifernina, trova un corrispettivo tanto distante quanto interessante lungo la via Matildica del Volto Santo, un cammino alla scoperta dei territori di Matilde di Canossa, lungo 284 chilometri che attraversa in 11 tappe (con 3 varianti) il territorio di 3 regioni italiane (Lombardia, Emilia, Toscana), da Mantova a Lucca passando per Reggio Emilia.  Ancora una traccia della collocazione della chiesa di S. Giorgio martire lungo le direttrici delle vie che portavano in Terra Santa, naturalmente riferite alla via Francigena, che oggi si sviluppa lungo la direttrice di più regioni, il Lazio, la Toscana, l’Emilia Romangna, la Ligura, il Piemonte. Tale ipotesi trova un interessante documentazione nel testo del prof. Francesco BOZZA, “Petrella Tifernina e la Chiesa di San Giorgio: rilettura storica” (http://www.sangiorgiomartireonlus.com, 2018 pp. 32,33)  “la lettura interpretativa di un fascio di documenti databili, e datati, al secondo decennio del XIV secolo ha recentemente fatto emergere che Petrella, con la sua chiesa di San Giorgio, si trovava posizionato proprio ai margini di un percorso viario, che, proveniente da Civitanova e Frosolone (dove un tratto viene indicato “via francisca”), dopo aver attraversato, sotto Limosano, l’antico ponte sul Biferno, risaliva verso Petrella, per proseguire nella direzione di Ripabottoni e giungere, infine e dopo aver toccato Dragonara e Fiorentino (insediamenti nei quali vi sono elementi, come una porta di accesso ad una delle due civitas, che sono ugualmente collegati ad una “via francigena”), sia al santuario del Gargano e sia verso i porti pugliesi. E, del resto, solamente una posizione al margine di un’arteria stradale di rilievo potrebbe giustificare un edificio di culto così importante nella piccola Petrella.  Di rilievo tale che, oltre alle possibilità della frequentazione di pellegrinaggi, viene percorsa, certamente dopo il 10 giugno 1053 (ma, in precedenza, più di un’altra volta)data in cui tenne un placito “loco Sale, iuxta Bifernum fluvium” anche da papa Leone IX, quando, “cum contra Apulie fines pergens” (Chronicon Vulturnense), era diretto a Civitate per lo scontro con i Normanni del successivo 18 di giugno. L’ Arch. Erika Villamagna:“Homo Viator – Dagli antichi tracciati alle strade di San Giorgio”, nel ricostruire la viabilità della media–valle del Biferno, stabiliva una correlazione tra la collocazione lungo la vie di pellegrinaggio e determinati simboli da lei documentati; “abbiamo infatti la scritta “Christus nobiscum state”, inciso sulla colonna a destra della porta Nord, sulla terza pietra da terra, considerata una preghiera per la protezione della città dai terremoti e dalle calamità naturali. Scritta incisa sulla colonna a destra della porta Nord, sulla terza pietra da terra Inoltre le pietre crucisegnate che hanno la funzione di evidenziare l’arrivo in un luogo eminente. Posizionate sulle porte della città, segnano ai pellegrini l’arrivo nel luogo della purificazione. Incisioni sulla colonna a destra della porta Nord, sulla seconda pietra da terra, nella parte interna. Primo tra tutti il labirinto, inciso sulla prima colonna a sinistra ad una quota di circa un metro e mezzo dal pavimento, ha dimensioni di circa quarantaquattro centimetri di larghezza e trentacinque di altezza. Ha 11 corridoi, ed è la rappresentazione allegorica di una grande città dalle possenti mura. Abbiamo poi, inciso sulla stessa colonna, ad un’altezza maggiore, un graffito raffigurante due pavoni ed un pesce. I primi due animali, che aprendo la coda mostrano i 100 occhi di Dio, sono il simbolo dell’immortalità. Il pesce, invece, “ichthus” in greco, corrisponde alle iniziali di “Iesous Christos Theou Uios Soter”, ossia Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore” (http://www.sangiorgiomartireonlus.com/ambiti/studi-storici-e-culturali/tesi/pp 33,34,35). Già la comparazione del labirinto con altri come quello della chiesa di S. Pietro a Pontremoli, risultava essere una prova provata della collocazione della Chiesa San Giorgio martire sulle vie di pellegrinaggio, caso mai rappresentando una meta santuariale di notevole importanza: la presenza del labirinto, nelle chiese che costeggiavano la via Francigena, indica la via salutis (via della salute) il percorso iniziatico che conduce dalla soglia del tempio fino all’altare; si entra nel mistero del tempio e appena entrato il pellegrino si sente dentro il ventre di un’arca (non a caso la leggenda di Giona viene paragonata all’episodio dell’arca di Noè) che naviga sulle acque di questo mondo, ma in un altro tempo. A questo punto un altro simbolo, quello del fiore della vita sembra fornire un altro indizio interessante; una “rosa della vita” scolpita nel vivo della rocca rinvenuta dal CAI di Reggio Emilia nella stretta dell’Amarotto come riportato nell’articolo: “I simboli dei pellegrini medievali scoperti sulle rocce della torre dell’Amarotto” (agenzia redacon 31 agosto 2018https://www.redacon.it/2018/08/31/i-simboli-dei-pellegrini-medievali-scoperti-sulle-rocce-della-torre-dellamorotto). Sul piano simbolico il fiore della vita è l’icona della “via maestra”, interpretata come la “stella di luce ” che indicava ai pellegrini il  percorso per giungere alla “Salvezza”: accanto al fiore della vita vengono portati alla luce altri segni riconducibili  all’epopea dei grandi itinerari di pellegrinaggio medievale, incisioni situate a pochi metri dal tracciato della Via Matildica del Volto Santo, la quale individua diverse località tra le quali Pontremoli, la cittadina già citata .  stretta dell’Amorotto percorso dalla Via Matildica del Volto Santo La “rosa della vita” scoperta dagli esperti del CAI a lato della Via Matildica Icona del Sacro Monte, direttamente riconducibile all’epopea dei pellegrinaggi medievali. Tra le incisioni documentate dal  Comitato Scientifico CAI, le piu’ suggestive sono quelle che raffigurano il “sacro monte”  classiche icone figurative dei pellegrinaggi di Fede medievali, ampiamente diffuso come simbolo di vita e di luce . Il complesso incisorio della Torre dell’Amorotto costituisce quindi una delle piu’ importanti scoperte reggiane di testimonianze direttamente riconducibili all’affascinante scenario dei pellegrinaggi medievali che nel nostro appennino aveva quindi una insospettata importanza.  Dal nostro punto vista, il materiale fotografico e testuale tratto dall’articolo “I simboli dei pellegrini medievali scoperti sulle rocce della torre dell’Amarotto” , rappresentano una chiara allusione al simbolo del fiore della vita e alle rappresentazioni del Sacro Monte documentate da Erica Villamagna, interessante parallelismo che contribuisce a sottrarre la chiesa S. Giorgio martire, dal nimbo della dimenticanza per elevarne la grandezza a luogo di riferimento di fede e spiritualità.

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Il Romanico in Molise: analisi storico-artistica e progetto di valorizzazione delle chiese di S. Giorgio

Si ripropone il connubio tra valorizzazione del  patrimonio artistico e culturale e la progettazione di un futuro auspicabile sviluppo territoriale. Questa l’impostazione della tesi dal titolo Il Romanico in Molise: analisi storico-artistica e progetto di valorizzazione delle chiese di S. Giorgio di Ludovica Di Tommaso, dott.ssa in scienze della formazione dei beni culturali e del turismo,  che propone una disamina degli aspetti storico-artistici dei Molise medievale, per poi coniugare al presente e perchè no al futuro le potenzialità di sviluppo territoriale racchiuse nei siti e nelle emergenze territoriali come Santa Maria della Strada a Matrice e San Giorgio martire a Petrella Tifernina. In questa ottica è di seguito  riportata una pagina interessante della tesi della Di Tommaso di analisi della fruibilità della chiesa di San Giorgio martire, che funge da presentazione e pubblicizzazione del sito e al contempo non lo risparmia dall’individuazione di criticità che andrebbero affrontare nella prospettiva di implementarne la fruibilità, attraverso un utile compendio riportato nella sua interezza al link:  http://www.sangiorgiomartireonlus.com/wp-content/uploads/2018/12/il-romanico-in-molise-analisi-storico-artistica-e-progetto-di-valorizzazione-delle-chiese-di-s-giorgio-martire-a-petrella-tifernina-e-s-maria-della-strada-a-matrice.pdf.   Tempi di fruibilità e utenza La chiesa di san Giorgio Martire è dislocata in pieno centro abitato, e proprio questa sua collocazione agevole ne favorisce il raggiungimento durante qualsiasi periodo dell’anno; la sua posizione che la vede collegata alle vie principali del centro, ne consente praticabilità ed accessibilità durante tutte le stagioni ed in qualsiasi condizione, data anche la costante presenza e disponibilità di figure preparate addette a guidare il turista alla scoperta di questo monumento, è possibile in qualsiasi giorno fruire del bene. Sicuramente una maggiore affluenza turistica si registra attorno alla seconda metà di aprile. Il ventitré di questo mese infatti, cade la festività in onore del santo martire, patrono di Petrella Tifernina e, per questa ricorrenza, il centro è meta di visitatori da tuta la regione e non solo. L’utenza interessata al monumento potrebbe essere la più varia. Di nuovo la sua dislocazione agevola la visita da parte di chiunque voglia avvicinarsi a questo bene culturale, dai più piccoli ai più grandi, dal turista occasionale allo studioso, garantendo un’esperienza soddisfacente anche per gruppi di utenti come scolaresche, famiglie o simili. Gli spunti di interesse potrebbero essere i più vari, questo tipo di monumento potrebbe interessare sotto vari aspetti, come quello storico artistico o quello architettonico; anche in questo caso bisognerebbe semplicemente riuscire a strutturare una serie di percorsi tematici alternativi in base ai potenziali interessi dell’utente e alla fascia d’età. Aspetti relativi alla promozione Le attività che si sono susseguite negli anni e che hanno avuto come obbiettivo quello di promuovere e valorizzare il sito culturale della chiesa di San Giorgio Martire, sono state molteplici, l’amministrazione e gli enti locali hanno mostrato grande consapevolezza ed interesse rispetto al monumento, dimostrando di aver compreso la sua importanza a livello storico-artistico, identitario, turistico e culturale, favorendone una corretta comunicazione. Gli eventi e le attività organizzate si devono soprattutto all’associazione culturale “Mysteria Templi”, nata nel 2010, con l’esplicito scopo di valorizzare e tutelare il patrimonio culturale di Petrella Tifernina, concentrandosi in maniera particolare sul monumento dedicato al santo martire. Tra le più importanti iniziative portate avanti dall’associazione, e non solo, sono da annoverare le seguenti: 10/07/2010 Convegno “Il culto della Sindone e i Cavalieri Templari” a cura del Prof. Giulio Fanti (docente presso l’Università di Padova e sindonologo di livello internazionale), con la partecipazione dei Cavalieri Templari Cattolici d’Italia. 10/07/2010 Annullo Filatelico. 09/2012 Convegno con la partecipazione dello scrittore Marcello Simoni, autore di bestseller medievali (premio bancarella 2012 con “Il mercante di libri maledetti”). 2010 Quinto censimento del Fai “I luoghi del cuore” 2010-2011-2012-2013-2014 Partecipazione alle giornate di primavera del Fai con visite guidate e programmi ludico-didattici per le scolaresche. 29/03/2012 Presso la sala mostre e convegni Via Giulia 142 Roma GANGEMI S. P. A. EDITORE – presenta la monografia “Medioevo in Molise il cantiere della chiesa di San Giorgio Martire a Petrella Tifernina”, di Walter Angelelli, Francesco Gandolfo, Manuela Gianandrea, Francesca Pomarici. In merito intervengono in data 29 marzo 2012: Cinzia Tamburrello,assessore pol. soc. e cult. del Comune di Petrella Tifernina; Francesco Gandolfo,professore ordinario di Storia dell’arte medievale all’Università Tor Vergata di Roma; Mario D’Onofrio, professore ordinario di Storia dell’arte medievale alla Sapienza Università di Roma; Dora Catalano, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici, ed Etnoantropologici del Lazio; Domenico di Franco, rev. parroco di “San Giorgio Martire” parrocchia di Petrella Tifernina. 2013 Collaborazione tra la parrocchia di “San Giorgio Martire” e l’Università Europea di Roma, con attività di studio ed approfondimento e stesura della tesi:“Il vangelo di San Luca nella chiesa di Petrella Tifernina”dell’arch. Luigi Dedda. 10-12/04/2015 Petrella Tifernina“Conversi ad Dominum”Master di 2° livello e corsi di aggiornamento in architettura, arti sacre e liturgia dell’Università Europea di Roma in collaborazione con la parrocchia di San Giorgio Martire. 2015 La chiesa di San Giorgio Martire di Petrella Tifernina viene scelta per rappresentare il Molise ad Expo 2015 nella sezione “Potenza della bellezza”. 2015 Pubblicazione “Le Pietre Parlanti” di Franco Valente. 03/2015 La chiesa di S. Giorgio Martire viene inserita nel volume“Alla scoperta dell’Italia con il FAI”, pubblicazione a cura del Corriere della Sera. 12/2015 “Premio nazionale Cronache dal mistero” a Mario Ziccardi per l’articolo relativo al labirinto di Petrella Tifernina, uscito sulla rivista inglese Caerdoria” n° 44 del 2015 del prof. Jeff Saward. 2016 Creazione del dipartimento e Centro Studi: “Tiphernum” con attività di ricerca, studio e pubblicazioni su rivista. 11/12/2016 Il Dipartimento “Tiphernum” dell’Associazione S. Giorgio Martire organizza il convegno“Dai segni…al Disegno” – La Chiesa “grecanica” di San Giorgio a Petrella Tifernina (CB) Storicizzazione, arte, tipicità del culto e ritualità liturgiche nel medioevo” di Cinzia Tamburrello. Nel 2017 l’associazione ha in programma i seguenti eventi culturali: 25/26/03 Giornate di primavera Fai a cura dell’ass. culturale Mysteria Templi. 04/03-23/04 -19/05 Convegni con pubblicazione degli atti a cura del Centro studi Tiphernum Aspetti relativi alla riconoscibilità e alla localizzazione Il centro di Petrella Tifernina dista circa venticinque minuti dal capoluogo di regione, la segnaletica utile all’individuazione e al raggiungimento del monumento è presente e ben visibile già a partire dalla zona periferica di Campobasso, ed è continuativa fino al paese. Il raggiungimento del sito per l’utenza automunita è quindi piuttosto agevole. Ludovica Di Tommaso

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