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San Giorgio Martire onlus

chiesa San Giorgio Martire

Romanic@mente in cammino – Verso il Giubileo 2025

Mercoledì 22 novembre alle 11,30 nell’Auditorium Celestino V della Arcidiocesi di Campobasso-Bojano in via Mazzini S. E. Mons. GianCarlo Maria Bregantini e Suor Veronica Donatello, responsabile dell’Ufficio nazionale disabilità della Conferenza Episcopale Italiana presentano il progetto Romanic@mente in cammino il primo itinerario definito in Diocesi per la promozione del territorio verso il Giubileo del 2025. Il progetto riguarda i comuni che avevano aderito alla precedente iniziativa promossa dall’Associazione San Giorgio di Petrella Tifernina che aveva portato alla realizzazione del Virtual tour in 3D. Le comunità interessate sono, oltre a Petrella Tifernina che ha il ruolo di stimolatore del gruppo, Campobasso con le chiese di San Giorgio e san Bartolomeo, Sant’Angelo Limosano anche per essere patria di Celestino V, Limosano, Montagano, Matrice, Campolieto. Nei giorni scorsi proprio nella bellissima chiesa di Petrella Tifernina si è tenuto il primo incontro di formazione con padre Hernandez Jean Paul che ha focalizzato l’attenzione sull’accoglienza. ROMANIC@MENTE IN CAMMINO –VERSO IL GIUBILEO 2025 MERCOLEDI’ 22 NOVEMBRE ORE 11,30 AUDITORIUM CELESTINO V ARCIDIOCESI CAMPOBASSO –BOJANO – VIA MAZZINI 76 – PRESENTAZIONE DEL PROGETTO ROMANIC@MENTE IN CAMMINO PROGRAMMA Ore 11,30 Apertura lavori Saluti istituzionali Ore 11,45 Il Giubileo del 2025 – Rigenerazione delle persone e delle comunità -S.E. Mons Padre GianCarlo Bregantini Arcivescovo Campobasso –Bojano ore 12,00 Cammini Giubilari e accessibilità universale -Suor Veronica Donatello Responsabile Servizio Nazionale C.E.I. per la pastorale delle persone con disabilità e Consultore del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede -Dino Angelaccio Presidente I.T.R.I.A. Ore 12,30 Il Progetto Romanic@mente in cammino Guido Pette Associazione San Giorgio Martire Petrella Tifernina Mario Ialenti – Direttore regionale pastorale turismo CEAM

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Notti Celesti in terre Celestiniane a Petrella Tifernina

NOTTI CELESTI IN TERRE CELESTINIANE A PETRELLA TIFERNINA La “San Giorgio martire associazione di volontariato O.N.L.U.S.”  fondata sull’ obiettivo della diffusione con metodi scientifici, della cultura e della ricerca storica, della promozione dei rapporti e dei servizi sociali, dell’aggregazione giovanile e sportiva, inaugura con il concerto del coro polifonico di Montagano la stagione di eventi 2019. Sono soprattutto una serie di manifestazioni a carattere culturale che ruotano intorno alla prossima inaugurazione della biblioteca Marabelli, come l’iniziativa “incontriamoci al book shop”, ad essere inseriti nel cartellone di eventi. Manifestazioni a carattere culturale, musicale, sportivo sono stati previsti secondo u n’unica programmazione da un articolato partenariato per confluire nel progetto “Notti celesti in terre celestiniane”. L’ imponente chiesa di San Giorgio martire (XII sec.) a Petrella Tifernina, i melodici accordi  di suoni e canti del coro polifonico di Montagano, hanno contesualizzato l’inaugurazione del progetto “Notti celesti in terre celestiniane” realizzando un evento di di indubbio stile ed eleganza. La serata premiata da un pubblico attento e selezionato è servita da lancio dei 32 eventi inseriti nel cartellone;  manifestazioni di diverso spessore e di impronta diversa ma tutte finalizzate alla promozione del territorio sulla base di un piano strategico che realizzando una sinergia tre i partner del progetto, mira alla riscoperta dei talenti e delle emergenze territoriali con ricadute turistiche ed occupazionali. Il progetto Notti Celesti in terre Celestiniane raggruppa e promuove le iniziative del territorio che hanno nella figura di Celestino V e nel cammino gli elementi comuni,  mette in “rete” azioni di valorizzazione territoriale,   condivide  e comunica in maniera coordinata i fattori identitari e culturali del territorio con un ampio coinvolgimento sociale.  Le attività rispondono alla diversificata domanda di scoprire le bellezze del Molise con risposte integrate di cultura, musica, tradizioni, enogastronomia, artigianato, attività di movimento e percorrenza dei tratti di cammino della perdonanza,  dell’anima e micaeliano.I partner del progetto, coesi nella valorizzazione delle tradizioni locali, dei riti, dei sapori e dei saperi propongono azioni di promozione culturale e salvaguardia dei borghi. Le previste attività saranno realizzate nei territori partner coinvolti e convergeranno nell’ evento clou del programma; la giornata diocesana del turismo e del creato l’8 settembre presso il Molino Cofelice a Matrice, nella quale tutte le realtà si incontreranno per un’azione comune di promozione territoriale.

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La Pasqua nel segno dell’agnello e dell’arcobaleno

di Cinzia Tamburrello I solenni riti della Settimana Santa prendevano avvio dalla solennità della Domenica delle Palme, con una ritualità che, in maniera diversa dalle altre liturgie, iniziava all’ aperto e prevedeva la partecipazione corale, quasi drammatica, dei fedeli. Le ricostruzioni fatte sulla base dei manoscritti beneventani, specialmente quella di Hesbert, hanno evidenziato che le cerimonie,  almeno più anticamente, fossero officiate dal vescovo e si svolgessero solo nella chiesa  cattedrale o major ecclesia, dopo la benedizione dell’acqua e la recita dell’ufficio, ci si recava in  processione alla volta di una chiesa secondaria (e minore), dove dopo l’Orazione, e la lettura dal Libro dell’Esodo e  del Vangelo, si procedeva alla benedizione ed alla distribuzione delle palme per poi muoversi, sempre processionalmente ed al canto delle acclamazioni e delle preghiere litaniche, alla volta della chiesa principale per la messa solenne. Come consegnato dall’antica tradizione il rito, si ripete ogni anno fedelmente con una  processione dalla piazza Umberto I alla chiesa S. Giorgio martire di Petrella Tifernina, e fa presente, nella commemorazione dell’ingresso messianico a Gerusalemme, la glorificazione di Gesù il Re dei Re. Tema della gloria  riproposto dall’agnello crucifero scolpito nel capitello di destra di fronte all’altare della chiesa di san Giorgio martire a Petrella Tifernina, simbolo dalla doppia valenza dell’immolazione sacrificale e della glorificazione: “le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, ciascuno con una cetra e delle coppe d’oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi. Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: « E vidi, e udii voci di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e agli anziani; e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia. Essi dicevano a gran voce: «Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode». E tutte le creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare, e tutte le cose che sono in essi, udii che dicevano: «A colui che siede sul trono, e all’Agnello, siano la lode, l’onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli». Le quattro creature viventi dicevano: «Amen!» E gli anziani si prostrarono e adorarono. (Apocalisse 5:8-14 ). Nel capitello l’agnello  è in movimento con il capo volto indietro come preoccupato che una moltitudine lo segua ed entri con lui nella gloria. Segno della glorificazione è la corolla che circonda l’agnello e l’arcobaleno immagine della nuova alleanza che Dio stabilisce con il suo popolo. “Il brano biblico più famoso in cui si fa riferimento all’arcobaleno è il capitolo 9 del libro della Genesi, a conclusione della narrazione del diluvio: «Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne (cioè ogni essere vivente, uomo o animale) dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra» (Gen 9,11). Nei successivi vv. 12-16 si insiste sul «segno» di quest’alleanza che è l’«arco sulle nubi», ovvero l’arcobaleno …. Nella spiegazione di tale sfondo, però, i commentatori si dividono. Alcuni prendono spunto dal fatto che in Gen 9,13.14.16 si parla sempre di «arco», usando nel testo ebraico il sostantivo qešet che di solito indica un’arma, e ritengono che il retroterra sia l’immagine di un Dio guerriero (la metafora del Signore che impugna l’arco si trova in alcuni passi dell’Antico Testamento, cfr. Sal 7,13-14; Lam 2,4; 3,12; Ab 3,9). In questo caso l’arcobaleno sarebbe appunto l’arma divina, che viene deposta per non essere più impugnata (da qui l’idea dell’arcobaleno come simbolo di pace), segnando la fine dell’intervento punitivo di Dio. In ogni caso l’autore biblico insiste piuttosto sulla sua funzione di «segno» ed è interessante notare che ciò valga soprattutto per Dio «Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. L’arco sarà sulle nubi, e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra». L’agnello nella raggiera simbolo del sole e sull’arcobaleno si configura in un apparato simbolico che ritroviamo parimenti nella scrittura; “di tutto questo è segno l’arcobaleno forse proprio perché le condizioni atmosferiche che lo rendono possibile si presentano solo in determinate occasioni, quando la forza distruttiva della tempesta lascia spazio anche ai raggi del sole. Tale aspetto eccezionale e sorprendente dell’arcobaleno, e il fascino dei suoi colori, spiegano perché in altri passi dell’Antico Testamento esso sia associato allo «splendore» e, in quanto tale, divenga un’immagine della «gloria» divina. Nella visione inaugurale del libro di Ezechiele il profeta ha la percezione di una «figura dalle sembianze umane» (1,26) che  «Era circondato da un splendore simile a quello dell’arcobaleno fra le nubi di un giorno di pioggia.» (1,27-28).  In Sir 50,7 l’arcobaleno ritorna per descrivere non la «gloria» divina, ma quella del sommo sacerdote Simone durante la celebrazione del culto nel tempio di Gerusalemme: «Com’era glorioso quando si affacciava dal tempio, quando usciva dal santuario dietro il velo! Come astro mattutino in mezzo alle nubi, come la luna nei giorni in cui è piena, come sole sfolgorante sul tempio dell’Altissimo, come arcobaleno splendente fra nubi di gloria» (Sir 50,5-7). Nel Nuovo Testamento il brano del c. 1 di Ezechiele sta sullo sfondo della visione che inaugura la seconda parte del libro dell’Apocalisse: in essa al veggente (Giovanni) appare «uno seduto» sul trono con «un arcobaleno simile nell’aspetto a smeraldo» che «avvolgeva il trono». (Filippo Serafini docente di Sacra Scrittura, Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare, Roma Giugno 2015). Il capitello esprime dunque, come una trascrizione della parola di Dio,  in tutta la sua eloquenza e attraverso una mirabile efficacia comunicativa, la pasqua nel segno dell’antica e della nuova alleanza, la vittoria della croce, la salvezza universale, il destino di gloria che in Cristo è riservato ai redenti.

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Turismo esperienziale, biglietto da visita per l’Europa

Cinzia Tamburrello “Rivela un bisogno di socialità, di comunità, di contatto diretto, di condivisione, di cultura orale e non digitale, di conversazione fuori dal video”. Interessante sfida quella che proviene dalle parole di Berardinelli, le quali ben rappresentano tutto il tendere dell’associazione San Giorgio martire onlus nella direzione di rendere fruibile ed accessibile il patrimonio storico culturale, paesaggistico eno gastronomico di Petrella Tifernina, offrendo servizi e prodotti in forma di racconti o meglio di narrazioni, far si che le persone entrino nelle  storie, costruiscano trame, vivano il territorio, e mettano in scena esperienze memorabili. Si tratta del cosiddetto turismo esperienziale i cui dettami rappresentano gli obiettivi perseguiti dall’associazione San Giorgio martire onlus, e lo stile con il quale la stessa candida la tradizione petrellese a bandi regionali ed europei, nel segno del recupero del senso identitario connotato da aspetti paesaggistici ed architettonici, e dall’antico retaggio di cultura, arte, spiritualità. Un bigliettino da visita che si presenta con i tratti  descrittivi dell’urbanistica e le dinamiche dei rituali di aggregazione e spiritualità. Situato, in Provincia di Campobasso,  su un territorio collinare che si estende su una superficie di 26 kmq a 654 m. sul livello del mare, il comune si fregia di uno dei monumenti di arte romanica più preziosi su scala sia nazionale sia internazionale: la “Chiesa san Giorgio Martire” la quale domina il complicato intreccio di vicoli e vicoletti nei quali si dirama il centro storico. Di chiaro stile medievale, questo è ancora circoscritto dai resti delle mura di cinta e delimitato da 4 porte d’accesso. Il borgo antico, conserva al suo interno, antichi palazzi,  alcuni dei quali sono stati restituiti alla loro grandezza come Palazzo Girardi di proprietà del comune e palazzo Palmera sede della residenza protetta per anziani. Altri attendono che lavori di restauri ne recuperino la bellezza e la fruibilità, come palazzo Fede, casa natale del famoso medico napoletano il quale, fece della pediatria una disciplina a sé stante rispetto alla medicina. Legata storicamente a Petrella è “Castel di Rocca” ormai identificabile nel rudere di una rocca medievale tracciata dai documenti come sede preferita di Arechi, il quale come signore di Petrella, subentrò a Luca Zottone di Benevento, rimasto in carica dal 571 al 591 . A rivitalizzare il patrimonio di fede, cultura e tradizioni contribuiscono l’amministrazione comunale, la Pro Loco, le associazioni e i comitati “festa”, che nei vari ambiti della cultura, dello sport e del tempo libero, della solidarietà ecc…. rappresentano il punto di forza del tessuto sociale. Sono imputabili al loro impegno le iniziative realizzate e tramandate: 19 marzo: pranzo di San Giuseppe; oltre ai festeggiamenti religiosi con celebrazione dell’Eucarestia e processione segue il pranzo di “San Giuseppe” con le “13 pietanze”; antico menù tradizionale che si tramanda da generazioni a base di spaghetti con mollica, riso in bianco, legumi, verdure baccalà e dolci tipici, (scrppell e chragnl). La tradizione vuole che il pranzo presieduto dalle “tre persone” a rappresentanza della Sacra Famiglia fosse offerto e consumato presso le famiglie, attualmente tale usanza ha ceduto il posto ad un unico pranzo preparato dalla Pro Loco presso uno dei locali della parrocchia “Sala Museale” ed aperto a tutti. Venerdì santo: processione tradizionale con “i martiri”, strumenti della passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo 23 Aprile: Festeggiamenti in onore del santo Patrono con concerti bandistici, convegni, mostre, spettacoli. 12 Giugno: festa di Sant’ Antonio fuochi nelle contrade e tavolate all’aperto con degustazione del piatto tradizionale :” sagntell e cic” (pasta di casa e ceci). 14 Agosto Festa dei petrellesi residenti all’ estero con scambi culturali e momenti di aggregazione con i petrellesi residenti all’ estero. 15 Agosto: Festa dell’Assunta con tradizionale benedizione dei mezzi di locomozione e degli animali. Festa del borgo evento di aggregazione sociale, enogastronomia, turismo. Manifestazione di grande successo  con un percorso eno-gastronomico attraverso i vicoli del borgo antico, allietato da spettacoli di  intrattenimento, suoni, canti e balli, degustazione di piatti tipici della cucina Petrellese e Molisana e  vino locale nei  punti di sosta e degustazione “Cantina”  animati da giovani costume. Agosto Festival dei giovani evento di aggregazione sociale, arte, cultura, turismo evento diocesano si spiritualità, formazione, testimonianze e preghiere a cura della parrocchia San Giorgio Martire di Petrella Tifernina e dell’associazione “Nuovi Orizzonti”.  16 di Ottobre: Petrella in fiera evento di turismo ed enograstronomia tipica,  tre giornate  con iniziative culturali, rassegna eno-gastronomica e intrattenimenti musicali, workshoop  con la partecipazione di esperti di fama regionale e nazionale, visite guidate al centro storico, alla Chiesa di San Giorgio con esposizione del Crocifisso cinquecentesco, sagra enogastronomica petrellese con musica live, fiera tradizionale popolare con stand e degustazione di prodotti tipici locali e molisani e stand di artigianato artistico. Il calendario si amplia con esperienze trasversali e continuative: virtual tour interattivi , visite guidate ,lectio itineris, convegni, seminari, rassegna di musica sacra, mostre di arte, visita al centro storico, escursioni nella natura presso l’ex rifugio forestale al bosco castel di Rocca, degustazione di prodotti tipici (Cantina Colle Sereno, laboratorio di apicoltura Trucco, maiale casertano Alessandro Ruscitto), manufatti artistici, souvenir , laboratori didattici. A corrolario di  tutte queste belle iniziative l’apertura della “Biblioteca Marabelli” contribuirà ad accrescere il patrimonio culturale del territorio ed arricchire l’offerta turistica.

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La chiesa San Giorgio martire proposta da Ansa-Viaggiart

Di Cinzia Tamburrello Torna a far parlare di sè Petrella Tifernina e il fascino misterioso del romanico racchiuso nello scrigno di bellezza, arte, storia cultura e spiritualità rappresentato dal monumento S. Giorgio martire, la chiesa che, come si legge nell’articolo di Stefania Passerella (http://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/molise/2019/02/12/san-giorgio-martire-gioiello-romanico_) potrebbe aver custodito la sindone. “Qualcuno potrebbe ricordarla perché è stata tra le bellezze scelte per rappresentare l’arte della regione Molise all’Expo 2015 di Milano, ma non tutti sanno che secondo la tradizione per un periodo potrebbe aver custodito al proprio interno la Sacra Sindone, affidata ai Templari”. L’articolo prosegue nella fedele sintesi della genesi storica ed architettonica, così come ricostruita e desunta dalle autorevoli fonti di studiosi che si sono dedicati allo studio della chiesa di San Giorgio martire : “fondata nel 1165, la chiesa di San Giorgio è stata consacrata nel 1211. Nel 1901 è stata dichiarata monumento nazionale. Si trova nella parte vecchia del paese, cuore di un “trittico” architettonico che comprende tre monumenti in uno: un tempio bizantino, uno longobardo e uno romanico”. Immancabile il riferimento al Crocifisso, scultura lignea che autorevoli storici dell’arte come il prof. C. Strinati, datano al XVI sec. “un mistero”, solo parzialmente svelato, è quello del crocifisso ligneo conservato nella chiesa, il cui valore storico e artistico è stato ignorato per secoli. La scultura conserva oltre dieci strati di policromia e in seguito all’intervento di Restauratori senza Frontiere è spuntato fuori che risale al Cinquecento. I restauratori hanno accertato con l’analisi al carbonio che il tronco di pioppo da cui è stata tratta l’immagine è stato tagliato intorno ai primi anni del XVI secolo”. Mentre la ricerca storica persegue il criterio scientifico della validazione delle ipotesi attraverso prove documentali, di difficile reperimento, la Passarella salvaguarda l’aspetto affascinante del mistero: “la suggestione maggiore però è quella legata ai Templari e alla Sacra Sindone, la reliquia più importante per il mondo cristiano. Dal 1578 la Sindone è conservata nel Duomo di Torino e dalla metà del XIV secolo se ne hanno testimonianze storiche certe. Ci sono però dei vuoti temporali che, secondo la tradizione, sono gli anni in cui la Sindone, custodita dai Templari, viene nascosta e compie un viaggio itinerante per arrivare in Europa. Il Molise, con la chiesa di San Giorgio a Petrella, potrebbe essere stata una tappa. Secondo studi, ancora in corso, indizi in questo senso si ritrovano in alcuni dettagli figurativi e decorativi sulle colonne e sul fonte battesimale della chiesa. Proprio quest’ultimo è in sé una chicca: è ricavato da un blocco monolitico e semisferico in pietra con un’apertura di circa un metro di diametro”. L’attenzione mediatica destinata, in maniera sempre più frequente, alla chiesa san Giorgio martire e del borgo medievale di Petrella Tifernina, non  affievolisce l’entusiasmo e contribuisce ad  innalzarne l’attrattività , al contempo continua l’impegno dell’ass. San giorgio martire onlus e del centro studi “Tiphernum” nel documentare e storicizzare il monumento e nel valorizzarlo con operazioni di marketing territoriale che la propongano come emergenza territoriale nelle more dell’accessibilità e della fruibilità turistica. In quest’ottica si riconferma la programmazione annuale che prevede, l’implementazione della proposta culturale basata sulle innovative tecnologie 3D, di tour virtuali, applicazioni di realtà aumentata, servizi  diffusi dal portale dell’associazione oltre e alle specifiche APP. Un’estensione progettuale  attraverso l’utilizzo di sistemi multimediali interattivi volti a valorizzare spazi espositivi, percorsi didattici immersivi e multisensoriali al fine di creare un’interazione  diretta con il visitatore e l’oggetto dell’esposizione. Le tecnologie dovrebbero contribuire a trasformare l’esperienze turistiche religiose ed artistiche in fruizioni dinamiche, coinvolgenti, emozionali ed altamente suggestive oltre che potenti strumenti di comunicazione, informazione, intrattenimento, edutainment. Superfici interattive, touchscreen, multi-touch, info points, sistemi audio/video, illuminotecnica speciale, teche virtuali, sistemi di interazione tra reale e virtuale, diffusori sonori e dissipatori di fragranze, piattaforme gestionali custom, sistemi di autodiagnostica , riproduzione di manufatti dalla scansione 3D. Il programma prevede inoltre una pubblicazione sulle fasi e i lavori di restauro del Crocifisso Ligneo,  un convegno a marzo  con la partecipazione dell’astrofisico prof. Gaspani sull’ allineamento astronomico della chiesa e un seminario di studio dell’Università di Ravenna sul significato teologico dei simboli scolpiti sui capitelli, previsto per la sessione estiva.  

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Il battesimo di Gesù nel Giordano e l’adorazione dei Magi tempo di epi-fania

di Cinzia Tamburrello Il battesimo di Gesù è la manifestazione di Gesù in quanto Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, come  fa meditare la liturgia: “Quando colui che aveva dato vita all’universo decise con un’opera veramente mirabile, di ricapitolare in Cristo tutte le cose e volle ricondurre la natura dell’uomo alla sua condizione primitiva di dignità, rivelò che gli avrebbe concesso in seguito, tra gli altri doni, anche lo Spirito Santo; non era infatti possibile che l’uomo tornasse altrimenti ad un possesso duraturo dei beni ricevuti. Stabilisce dunque Dio il tempo della discesa in noi dello Spirito ed è il tempo della venuta del Cristo, che egli ci annunzia dicendo: «In quei giorni», cioè nel tempo del Salvatore nostro, «Io effonderò il mio Spirito su ogni creatura» (cfr. Gl 3, 1). Cristo ricevette lo Spirito in quanto uomo ed in quanto era conveniente per un uomo il riceverlo. Il Figlio di Dio, che fu generato dal Padre rimanendo a lui consustanziale, e che esiste prima della sua nascita umana, anzi assolutamente prima del tempo, non si ritiene offeso che il Padre, dopo la sua nascita nella natura umana, gli dica: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato» (Sal 2, 7). Dal «Commento su san Giovanni» di san Cirillo d’Alessandria, vescovo Lib. 5, cap. 2; PG 73, 751-754 L’effusione dello Spirito Santo su tutti gli uomini ). Le espressioni liturgiche ed artistiche si incaricano di” mostrare agli uomini la bellezza della memoria, la forza che ci viene dallo Spirito e che ci rende testimoni perché siamo figli di testimoni; far gustare loro le cose stupende che lo Spirito ha disseminato nella storia; mostrare che è proprio la Tradizione a conservarle dando quindi speranza a coloro che, pur non avendo veduto i loro sforzi di bene coronati da successo, sanno che qualcun altro li porterà a compimento, allora l’uomo si sentirà meno solo, meno rinchiuso nell’angolo angusto del proprio operato individuale ( https://w2.vatican.va/content/john…/hf_jp-ii_apl_19950502_orientale-lumen.html )”. Sulle tracce artistiche e liturgiche del  battesimo l’apparato architettonico ed iconografico della chiesa S. Giorgio martire, ci riportano molto indietro nel tempo; “ancora sulla sinistra entrando l’imponente fonte battesimale (in realtà la collocazione attuale lo situa sulla destra in prossimità dell’altare) «che ricorda così da vicino nella sua forma primitiva il fonte battesimale del 1134 proveniente dal celebre monastero di San Salvatore dei Greci conservato nel Museo nazionale di Messina (n. 1704)» (C.Di Paola, Petrella Tifernina nella storia e nell’arte Urbania 1950 p.46). Dall’atrio al santuario il fedele deve percorrere la via della salvezza; il portale predispone al passaggio da una realtà quella terrena ed umana a quella sacra e trascendente, , la navata risuona la parola di Dio e il fonte battesimale, in stretta relazione con l’acquasantiera consente la purificazione necessaria per accostarsi al Sancta Sanctorum, centrato sull’altare e circoscritto dal cancello” ( Cinzia Tamburrello La Chiesa “grecanica” di San Giorgio a Petrella Tifernina (CB) Storicizzazione, architettura, tipicità del culto e ritualità liturgiche nel medioevo pp 64-65). “L’attuale posizionamento (nei pressi della balaustra che circonda l’altare, sul lato destro della stessa per chi guarda) del primo di essi (una grande vasca ricavata da un unico blocco di pietra), più che certamente, non è quello originario. Anche se prima di tale posizione il fonte battesimale era situato appena dopo l’ingresso del portale principale della chiesa, sembra probabile che “non è senza  ragione che logicamente esso avrebbe potuto essere stato posto davanti alla porta”; questo, al più tardi, prima del IX-X secolo. Del resto, si sa per certo che il fonte battesimale, relativamente agli edifici cristiani di culto, “venne posto in un primo momento all’esterno, davanti la porta; poi nell’atrio, e infine all’interno, vicino all’entrata”. Di quest’ultima sistemazione rimane traccia nel posizionamento delle acquasantiere, nelle quali si intinge prima di segnarsi non appena entrati nel tempio sacro. In effetti, “la piccola abluzione che noi facciamo entrando nella chiesa non ha alcun valore se non perché ricorda e riattualizza in un certo qual modo il nostro battesimo”. E tanto la forma, arcaica ed assai semplice ma solenne (così che se ne potrebbe ipotizzare anche un suo ‘reimpiego’ nella struttura attuale), del fonte battesimale pre-romanico (e, probabilmente, assai più antico della stessa chiesa attuale) di Petrella quanto il fatto che esso lascerebbe pensare ad una sua destinazione alla tipologia del battesimo per immersione, che, mentre a Roma cade in disuso nel corso del IX secolo, è documentato essere stato più persistente nella tradizione orientale e bizantina, oltre che nello specifico di quella autoctona ‘grecanica’beneventana. Francesco BOZZA, Petrella Tifernina e la Chiesa di San Giorgio: rilettura storica, http://www.sangiorgiomartireonlus.com, 2018 pp 30-31).

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